DIO C’E’: LA COMPRENSIONE METAFISICA

Rileggevo giorni fa alcuni articoli conservati in uno scatolone e che non ricordavo. Si tratta di ritagli di giornale sulla creazione. “Dopo Auschwitz il cancro è un’altra prova che Dio non esiste”. Il commento lapidario arrivava dal grande oncologo Umberto Veronesi, direttamente dalle pagine del suo libro Il mestiere di uomo pubblicato da Einaudi nel 2014. Di fronte ad un bambino consumato da un tumore inguaribile, Veronesi non credeva che ci fossero verità rivelate. Analizzò il dolore mostrando l’evoluzione del suo pensiero, tra il laico e l’agnostico. “Repubblica” pubblicò in rete alcuni estratti del libro, come il passaggio cruciale su Dio: “Non saprei dire qual è stato il mio primo giorno senza Dio. Sicuramente dopo l’esperienza della guerra non misi mai più piede in una chiesa, ma il tramonto della fede era iniziato molto prima. Durante il liceo fui bocciato due volte, ero un discolo in senso letterale, non andavo bene a scuola. Di fatto sono sempre stato anticonformista, ribelle ai luoghi comuni e alle convenzioni accettate acriticamente, e questa mia natura mal si conciliava con l’integralismo della dottrina cattolica che era stata il fondamento della mia educazione di bambino”. “La scienza non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio”, replicò il fisico Antonino Zichichi. L’ateismo, quindi, non sarebbe un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla. Zichichi, aggiungeva: “Il tumore è una questione di cellule, mentre l’universo è la prova che Dio c’è, come c’è un’altra forma di evoluzione che batte quella biologica: l’evoluzione culturale”. L’evoluzione biologica della specie umana non avrebbe mai portato l’uomo a scoprire se esiste o no il super mondo, come si fa al Cern. Né a viaggiare con velocità supersoniche. Né a vincere su tante forme di malattia che affliggevano i nostri antenati. La nostra vita media ha superato gli 80 anni e le previsioni vanno oltre i 100 anni, grazie alla scoperta che il mondo in cui viviamo è retto da leggi universali e immutabili. Il cosmo sarebbe vecchio di 13,82 miliardi di anni e la scienza avrebbe abbandonato il cosiddetto modello Steady State, lo “stato stazionario”, una condizione di energia stabile. Oggi ci dice che non è possibile derivare dal caos la logica dell’universo sub-nucleare fatto di stelle e galassie. L’ateismo, partendo dall’esistenza dei drammi che affliggono l’umanità, sostiene che se Dio esistesse queste tragedie non potrebbero esserci. “Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana. Che sia figlio di Dio è un problema che riguarda la sfera trascendentale della nostra esistenza. Negare l’esistenza di Dio equivale a dire che non esiste l’autore della logica rigorosa che regge il mondo. Tutto dovrebbe esaurirsi nella sfera dell’immanente, la cui più grande conquista è la scienza”, concludeva Zichichi nella sua comprensione metafisica. Dieci anni fa l’informazione proponeva ancora un dialogo di grande richiamo e fascino. Nello specifico lo fece con l’ausilio di due valentissimi uomini di scienza. Da poeta mi rendo conto che a volte la letteratura ha bisogno del supporto di altre discipline. Me lo diceva Giorgio Saviane, lo scrittore che osò intitolare un romanzo Voglio parlare con Dio (Mondadori, 1996). Citava Sant’Agostino e i fisici neognostici, Max Planck e le radiazioni elettromagnetiche, i moniti di Gandhi e le parole del Vangelo.

Alessandro Moscè

Tags from the story
,
0 replies on “DIO C’E’: LA COMPRENSIONE METAFISICA”