ANCONA E LO SCOGLIO DI FRANCO SCATAGLINI

Ancona è rimasta una città isolata, simbolo del suo promontorio a picco sull’Adriatico e della sua costa a gomito piegato che si chiude, seppure con il mare affacciato ad un glorioso oriente, alla tradizione greca, retaggio della Repubblica marinara del XII secolo e della concessione del porto franco nel 1732 per ordine nientemeno che di un Papa. Una città che forse ha conosciuto il suo declino peggiore, da un punto di vista amministrativo, nel secondo Novecento, proprio mentre nei vecchi rioni a ridosso nel colle Guasco scriveva in sordina colui che si sarebbe rivelato uno dei poeti italiani più significativi del secolo scorso, ormai considerato un classico: Franco Scataglini, che nacque nel quartiere di Valle Miano nel 1930 e che aveva il suo studio in via Pizzecolli, quando a distanza di pochi stabili io trascorrevo le estati dell’infanzia nella casa dei nonni paterni, totalmente inconsapevole della sua presenza e del dialogo intellettuale con i sodali Betocchi, Turoldo, Scalia ecc. Impiegato nell’amministrazione delle poste, Scataglini coltivò la dedizione assoluta per la poesia fino alla morte, avvenuta a Numana nel 1994. Sono passati vent’anni e la sua figura rimane in sordina, per lo più dimenticata dalla sua gente e dalle istituzioni. Scataglini è un autore complesso, un dialettale colto che ha formato ex novo una lingua erede della linea minoritaria del Duecento e del Trecento (pre-petrarchesca), amalgamata al fervido dialetto anconetano e all’insegnamento di Olimpo da Sassoferrato. “Era el macello, / la ferrovia, le canne, / le mura papaline / del forte, le capanne / de foie, el vechio cine / rionale de la chiesa / la casa, la stanzetta” (da El sol, edito da Mondadori nel 1995). Le cose quotidiane e lo sguardo minimale sono il fondamento di un umanesimo in forma metaforica, di un verso ricostruttivo, inusuale. Il giardino del poeta è nello spazio dei secoli prima, ma rimasto miracolosamente intatto, come la storia che l’ha attraversato e gli uomini che se ne sono presi cura. Ha scritto Franco Brevini: “Invece che nel giardino, l’infanzia del poeta trascorrerà all’ombra di un mattatoio. La simbolica cacciata lo ha gettato dinanzi a un edificio, che diviene il paradigma della sanguinosa violenza di cui gronda la storia”. Ma anche lo spazio temporale e la dimensione di appartenenza geografica hanno avuto un risvolto pienamente esistenziale per Scataglini, riversato nel settimanale radiofonico di Radio Tre “Residenza”, da lui diretto nel biennio 1980-1981. “Che senso ha vivere qui e non altrove?”, si domandava dalla sua postazione alienante, eppure consapevole, protettiva, in una sorta di pattern primordiale che presiedeva all’atto della scrittura, come annotato spesso da Massimo Raffaeli. Questa è la chiave per affrontare Franco Scataglini e la sua conciliazione con il mondo, in un canto esperienziale e sapienziale insieme, immerso in una lingua composita, dalle radici antropologiche. Ancona e la letteratura coniugano anche il tempo di Carlo Antognini (1937-1977), l’antesignano della storia della letteratura marchigiana sull’esempio di Carlo Dionisotti, con la sua antologia topografica del 1971 e con la precedente del 1965, entrambe improntate a scoprire il volto vero delle Marche a partire dai versi degli autori. Antognini fondò la casa editrice L’Astrogallo, che voleva essere il marchio di un’Ancona più viva, simbolo interiore di un sonnecchiante capoluogo. Seppe per primo riconoscere la pluralità di una regione, il “rapporto di natura e spirito”, la dimensione orizzontale e verticale della scoperta poetica, alla quale si lega la poetica, in primis, di Scataglini. “E’ lumiera de scoio / soto velo de mare / el più liscio più spoio / el desio, le sue tare” (da Carta laniena, Residenza 1982). Il nuovo millennio ci consegna una città che ha quasi rimosso il suo poeta, che sembra affacciarsi con il volto severo e i capelli bianchi, setosi, da un’altura, su uno scoglio invernale, per vedere gli anconetani passeggiare nelle vie del centro.

Alessandro Moscè

SCATAGLINI

 

 

 

 

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